Descrizione
Un caro saluto a tutti i presenti, alle autorità civili e religiose, e alle associazioni d’arma. Un sentito ringraziamento per la vostra partecipazione a questa ricorrenza.
Un ringraziamento particolare ai ragazzi delle nostre scuole e al dirigente Taddei, che ringraziamo per la consueta disponibilità.
Il 4 novembre nasce come celebrazione della fine della Prima Guerra Mondiale; in seguito è diventata la giornata della commemorazione dei caduti di tutte le guerre, del ringraziamento ai militari in servizio, in Italia e nelle missioni internazionali all’estero, e la Festa dell’Unità Nazionale.
Abbiamo chiesto la presenza dei ragazzi perché mai come oggi è indispensabile riprendere il filo del discorso che, negli scorsi anni, sembrava essersi interrotto rispetto a questa ricorrenza, che — a mio parere — ricorrenza che nel quadro internazionale può e deve ritrovare una sua centralità.
È dal 2015 che ho il piacere e l’onore di stare in mezzo a voi per celebrare questa giornata, rappresentando la nostra comunità.
Per me è anche l’occasione per fare un bilancio di questi dieci anni.
Sono stati anni intensi, in cui tutti noi — a partire dal sottoscritto — siamo cambiati. Abbiamo visto la pandemia, la crisi economica, il riaffiorare delle crisi internazionali e la direzione che stiamo percorrendo ancora non ci è chiara.
È cambiato anche il mondo che ci circonda e che, inevitabilmente, ci definisce. In dieci anni si è fatto più veloce, i telefoni, i social, l’intelligenza artificiale ci hanno avvicinati e, a volte, anche isolati. Resta però una sfida importante, quella di continuare a essere vicini, solidali e soprattutto umani.
Mi piace pensare che questi anni mi abbiano reso più maturo — ma questo non sta a me dirlo.
Sicuramente sono anni che mi hanno insegnato tanto, anni in cui ho appreso molto dalle persone che mi sono state accanto, e posso garantirvi che non ho perso la voglia di continuare a imparare.
Se posso provare a lasciare un messaggio in questa giornata di commemorazione, vorrei che fosse questo: non smettiamo mai di metterci in discussione e continuiamo a trovare la voglia di imparare dagli altri.
Ho capito che le comunità, anche quelle piccole, con i loro pregi e i loro difetti, sono un valore — anzi, uno dei pochi valori che restano in un mondo mutevole, che cambia e si agita.
Non possiamo quindi pensare di scioglierle in un indistinto “globale” che non si riesce a definire.
La forza di una comunità e di una nazione non si misura solo con i numeri, ma soprattutto con i legami: quelli fra le generazioni, fra i cittadini e fra le istituzioni.
A tale proposito è una bella e positiva notizia la prossima creazione del consiglio comunale dei ragazzi che sarà uno strumento per coinvolgere le nuove generazioni all’amministrazione e alla partecipazione.
Questa giornata è soprattutto un’occasione per ricordare e, quindi, per riflettere su ciò che sta accadendo e su ciò che potrebbe accadere ancora, e per rinnovare i legami con la nostra storia.
Per anni l’Occidente — e soprattutto l’Italia — ha vissuto nella comoda consuetudine dell’essere “post-storico”: l’idea che la storia fosse ormai scritta, e che l’equilibrio mondiale seguito al crollo del blocco sovietico ci avesse consegnato un ordine immutabile e inevitabile.
Questo presunto nuovo ordine globale si è rivelato tutt’altro che stabile. La guerra in Ucraina, in Medio Oriente, le tensioni in Sud America e quelle fra Cina e Stati Uniti ne sono la prova.
Il 4 novembre ci ricorda che la pace non è un’eredità garantita, ma una responsabilità quotidiana.
In questi anni, mentre nuovi conflitti riempiono le cronache, il ricordo dei sacrifici di chi ha lottato per la libertà ci chiama a difenderla, con il dialogo e con il rispetto.
La storia bussa nuovamente alle nostre porte e ci chiede nuovamente di schierarci. Dobbiamo lottare contro l’indifferenza e lavorare per ricucire i legami che ci rendono una comunità e oggi siamo qui per questo.
Tutto ciò detto, rinnovo i saluti dell’Amministrazione Comunale a tutti voi che ci avete fatto il regalo della vostra presenza e della vostra attenzione.
Concludiamo la cerimonia con un saluto e un pensiero ai caduti, ricordando che questo monumento rappresenta un valore condiviso da tutta la comunità.
In esso ciascuno di noi può ritrovare un volto, una storia, un frammento della propria memoria familiare — e, insieme, il senso di una storia collettiva che dobbiamo continuare a riconoscere e custodire.
Un ringraziamento particolare ai ragazzi delle nostre scuole e al dirigente Taddei, che ringraziamo per la consueta disponibilità.
Il 4 novembre nasce come celebrazione della fine della Prima Guerra Mondiale; in seguito è diventata la giornata della commemorazione dei caduti di tutte le guerre, del ringraziamento ai militari in servizio, in Italia e nelle missioni internazionali all’estero, e la Festa dell’Unità Nazionale.
Abbiamo chiesto la presenza dei ragazzi perché mai come oggi è indispensabile riprendere il filo del discorso che, negli scorsi anni, sembrava essersi interrotto rispetto a questa ricorrenza, che — a mio parere — ricorrenza che nel quadro internazionale può e deve ritrovare una sua centralità.
È dal 2015 che ho il piacere e l’onore di stare in mezzo a voi per celebrare questa giornata, rappresentando la nostra comunità.
Per me è anche l’occasione per fare un bilancio di questi dieci anni.
Sono stati anni intensi, in cui tutti noi — a partire dal sottoscritto — siamo cambiati. Abbiamo visto la pandemia, la crisi economica, il riaffiorare delle crisi internazionali e la direzione che stiamo percorrendo ancora non ci è chiara.
È cambiato anche il mondo che ci circonda e che, inevitabilmente, ci definisce. In dieci anni si è fatto più veloce, i telefoni, i social, l’intelligenza artificiale ci hanno avvicinati e, a volte, anche isolati. Resta però una sfida importante, quella di continuare a essere vicini, solidali e soprattutto umani.
Mi piace pensare che questi anni mi abbiano reso più maturo — ma questo non sta a me dirlo.
Sicuramente sono anni che mi hanno insegnato tanto, anni in cui ho appreso molto dalle persone che mi sono state accanto, e posso garantirvi che non ho perso la voglia di continuare a imparare.
Se posso provare a lasciare un messaggio in questa giornata di commemorazione, vorrei che fosse questo: non smettiamo mai di metterci in discussione e continuiamo a trovare la voglia di imparare dagli altri.
Ho capito che le comunità, anche quelle piccole, con i loro pregi e i loro difetti, sono un valore — anzi, uno dei pochi valori che restano in un mondo mutevole, che cambia e si agita.
Non possiamo quindi pensare di scioglierle in un indistinto “globale” che non si riesce a definire.
La forza di una comunità e di una nazione non si misura solo con i numeri, ma soprattutto con i legami: quelli fra le generazioni, fra i cittadini e fra le istituzioni.
A tale proposito è una bella e positiva notizia la prossima creazione del consiglio comunale dei ragazzi che sarà uno strumento per coinvolgere le nuove generazioni all’amministrazione e alla partecipazione.
Questa giornata è soprattutto un’occasione per ricordare e, quindi, per riflettere su ciò che sta accadendo e su ciò che potrebbe accadere ancora, e per rinnovare i legami con la nostra storia.
Per anni l’Occidente — e soprattutto l’Italia — ha vissuto nella comoda consuetudine dell’essere “post-storico”: l’idea che la storia fosse ormai scritta, e che l’equilibrio mondiale seguito al crollo del blocco sovietico ci avesse consegnato un ordine immutabile e inevitabile.
Questo presunto nuovo ordine globale si è rivelato tutt’altro che stabile. La guerra in Ucraina, in Medio Oriente, le tensioni in Sud America e quelle fra Cina e Stati Uniti ne sono la prova.
Il 4 novembre ci ricorda che la pace non è un’eredità garantita, ma una responsabilità quotidiana.
In questi anni, mentre nuovi conflitti riempiono le cronache, il ricordo dei sacrifici di chi ha lottato per la libertà ci chiama a difenderla, con il dialogo e con il rispetto.
La storia bussa nuovamente alle nostre porte e ci chiede nuovamente di schierarci. Dobbiamo lottare contro l’indifferenza e lavorare per ricucire i legami che ci rendono una comunità e oggi siamo qui per questo.
Tutto ciò detto, rinnovo i saluti dell’Amministrazione Comunale a tutti voi che ci avete fatto il regalo della vostra presenza e della vostra attenzione.
Concludiamo la cerimonia con un saluto e un pensiero ai caduti, ricordando che questo monumento rappresenta un valore condiviso da tutta la comunità.
In esso ciascuno di noi può ritrovare un volto, una storia, un frammento della propria memoria familiare — e, insieme, il senso di una storia collettiva che dobbiamo continuare a riconoscere e custodire.
Buon 4 novembre a tutti voi.
Giorgio Ferroni
Sindaco di Crevoladossola
A cura di
Con l'App è meglio!
Sapevi che puoi leggere questo Avviso anche sull'App ufficiale del comune?
Letzte Änderung: 04.11.2025 16:10:58